"Quando siete in gruppo, non
diventate gregge, mantenete un pensiero critico, un pensiero
libero". Gemma Calabresi Milite, vedova del commissario Luigi
Calabresi, ucciso il 17 maggio 1972 da esponenti di Lotta
continua, ha rivolto un appello agli studenti delle superiori e
delle terze medie dell'Istituto Arcivescovile di Trento.
"Prima di condannare una persona informatevi, cercate di
sapere, di conoscere, di capire. In quegli anni tanti gridavano,
ma pochissimi pensavano", ha detto Calabresi Milite agli
studenti, ai quali ha raccontato la sua storia e quella del
marito, documentata nel suo ultimo libro, 'La luce e la crepa'.
Una storia che racconta di come la vedova del commissario
Calabresi sia riuscita a perdonare gli assassini del marito. "Ho
fatto il contrario di quello che facevano i terroristi negli
anni Settanta e Ottanta, che quando individuano un obiettivo lo
disumanizzavano, lo facevano diventare una cosa per poi poterlo
colpire, anche con il consenso popolare", ha spiegato Gemma
Calabresi Milite.
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